Dimenticare su un tavolo un libro appena comprato dal titolo cattura attenzione e vedere l’effetto che fa. Un esperimento dagli interessanti risvolti che mi è capitato di fare quasi per caso.Il titolo del libro: Le cazzate che dice mio padre di Justin Halpern; le cavie: chiunque sia passato da casa nelle ultime settimane, per lo più 30-40enni, ormai genitori.
Tutti si sono soffermati davanti al libro, tutti hanno accennato un sorriso, nessuno ha resistito al desiderio di sbirciarne il contenuto. Non hanno avuto uguale fortuna altri titoli più dotti, abbandonati sullo stesso tavolo.
Come mai siamo stati (io per prima non ho resistito all’impulso di comprare questo libro) attratti da un titolo non proprio illuminato? Quali ricordi, sentimenti, emozioni ha risvegliato e quali rivelazioni ha promesso? È forse conseguenza di una consapevolezza maturata segretamente da ogni figlio? Quando ognuno di noi ha scoperto che sì, effettivamente suo padre (ma anche sua madre) qualche cazzata nella vita l’ha detta?
Quando ci siamo resi conto della fallibilità fisica e intellettuale dei nostri genitori e che conseguenze questa rivelazione ha avuto sui rapporti e sulla stima che provavamo nei loro confronti?
Il tema non è da sottovalutare, soprattutto se da mamma ti chiedi quanto sia giusto mettere in chiaro sin da subito limiti e debolezze, evitando possibili mitizzazioni, oppure bluffare, lasciando che, almeno per un periodo della sua vita, la tua bambina si convinca di essere stata generata da due supereroi e provare la gioia a breve termine di ricevere i suoi sguardi pieni di ammirazione. La domanda è: sarebbe altrettanto fiera di due normali, non sempre perfetti, ma presenti e affettuosi genitori?
*Photo by Danielle MacInnes on Unsplash