Chi non ricorda quel professore che ha reso la vita scolastica un inferno; quello tanto arrogante da far odiare visceralmente una materia; quello svogliato, ma grande maestro di vita; quello la cui passione per la propria materia e per l’insegnamento era tanto forte da travolgere tutti e tutto.
Ma quanti di noi hanno mai riflettuto su come questi uomini e queste donne abbiano contribuito nel bene e nel male alla costruzione dell’adulto che siamo oggi? E a quanti di loro dobbiamo le nostre competenze, ignoranze e convinzioni di incapacità?
Il messaggio di una TED Talk che ho visto in questi giorni di Rita Pierson, insegnante americana che ha dedicato a questa professione oltre 40 anni, è proprio questo: gli studenti non imparano da gente per cui non provano simpatia. In altre parole, le relazioni sono importanti, come la capacità di stimolare l’interesse e la fiducia in se stessi.
Ricordo ancora l’effetto vagamente disorientante che hanno avuto i miei insegnanti: alcuni ci spronavano a tirare fuori noi stessi, altri allo stesso tempo lavoravano per appiattire opinioni e stile su luoghi comuni, da cui pur cercando di difenderci, siamo stati in un certo senso contagiati. Una lotta quotidiana durata anni e finita perché lo spirito di sopravvivenza ha preso il sopravvento: ammiccare e compiacere per prendere buoni voti, riservando l’espressione di opinioni e interpretazioni personali a ragionamenti intimi e non condivisi.
L’effetto sull’autostima di questo lavoro di decostruzione può essere devastante: quanti studenti oggi in classe hanno il coraggio di alzare la mano per esprimere liberamente un’opinione? Quanti invece sono terrorizzati all’idea di sentirsi dire di essere degli inetti e incompetenti? Allora c’è chi si adatta finendo per uniformarsi oppure chi al contrario rende ancor più integralista il proprio rifiuto per un certo modo di interpretare le cose, considerando i propri interventi o i famosi temi in classe come puri esercizi di stile.
Queste le riflessioni accese dalla TED Talk di Rita Pierson in cui sono inciampata in questi giorni e che mi hanno confermato l’urgenza di un viaggio fra sistemi educativi, docenti, relazioni alunni-insegnanti che da tempo voglio iniziare. Un tema appassionante e a mio avviso attualissimo. E non solo perché sono una giornalista/mamma in crisi d’identità educativa, ma soprattutto perché credo fortemente nell’importanza di una svolta per crescere nuove generazioni libere, centrate su se stesse e coraggiose. Come in parte non sembrano essere quelle educate sino ad oggi.